Che l'Unione Europea lavori per tutelare ridurre il problema del trasferimento dei dati dei propri cittadini verso gli Stati Uniti non è certo una novità. Cookie Policy obbligatoria e GDPR sono soltanto due dei provvedimenti più famosi imposti dall'UE a chiunque gestisca un sito web.
Naturalmente provvedimenti del genere non sono altro che bastoni tra le ruote per le piattaforme che fondano il proprio business sulla raccolta dei dati degli utenti. E Meta, la compagnia dietro Facebook e Instragram, è proprio una di queste. Non stupisce quindi che la settimana passata abbia preso piede la notizia che Meta, in un report inviato alla SEC, avrebbe paventato la possibilità di interrompere l'erogazione di alcuni servizi (come Facebook e Instagram) nel caso in cui non venisse trovato un accordo sulla gestione dei dati con l'Unione Europea.
Come era facilmente prevedibile la notizia è stata prontamente smentita da Meta: "Non abbiamo alcun desiderio di ritirarci dall'Europa, ma chiediamo regole chiare".
Ma non sono solo i problemi legati alla privacy ad attanagliare Facebook. Oltre alla minaccia di abbandonare il suolo europeo, nel report l'azienda ha rilevato come per la prima volta da 18 anni il numero di utenti attivi sia calato (nemmeno tanto in realtà) passando da 1.93 miliardi a 1.929. La notizia della mancata crescita della società fondata da Zuckerberg si è ripercossa anche sul mercato azionario USA, causando un crollo del titolo che ha perso il 25% del valore, bruciando una capitalizzazione di 230 miliardi dollari.
La perdita di trazione tra gli utenti di Facebook è stata riscontrata anche in Italia. All'interno del report Digital Consumer Trends Survey 2021 redatto da Deloitte viene registrata una notevole riduzione dell'utilizzo dei social in favore delle piattaforme di video streaming. In particolare il 22% di chi ha uno smpartphone ha smesso di utilizzare almeno una piattaforma social, temporaneamente o in modo permanente nel corso del 2021.
Le motivazioni? Le tre ragioni principali del calo dell'attenzione verso i social sono: l'essersi stancati dei contenuti (35%), la presenza eccessiva di fake news (25%) e le preoccupazioni per la propria privacy (21%).
Il problema con la diffusione di contenuti di cattiva qualità è testimoniato anche da uno studio pubblicato in questi giorni da The Atlantic su come faccia Facebook a decidere la visibilità da dare ad ogni post pubblicato. L'analisi (interessantissima) di fatto non fa altro che confermare come l'euristica che premia le interazioni signficative ("Meaningful Social Interaction") che sulla carta avrebbe dovuto essere molto efficace nel premiare i contenuti con più commenti e likes, in realtà porti ad amplificare le voci di una minoranza di utenti che "abusano" della piattaforma per diffondere contenuti di scarsa qualità e fake news.
E tu che ne pensi? Si avvicina il declino di Facebook? O è solo una fase momentanea?
Grazie per aver letto questo articolo della rubrica Input/Output. Ad ogni input, tipicamente, corrisponde un output. E solo esponendosi ad input diversi si possono tirare fuori idee non convenzionali. Proprio per questo ogni martedì prendo in input una curiosità legata al mondo tecnologico per ragionare su nuove idee da tirare fuori in output.