Nel 2018 Microsoft ha dato il via ad un esperimento per creare un datacenter subacqueo sommergendo a 35m di profondità nel mare di Scozia 864 server e 27 petabyte di storage.
Nei giorni scorsi, il data-center è stato tirato fuori dal mare e il risultato è stato stupefacente. L'assenza di ossigeno e le ridotte oscillazioni di temperatura e umidità all'interno del container sottomarino hanno consentito di ridurre di otto volte i guasti rispetto alle controparti sulla terraferma.
Ma oltre ai vantaggi in termini di costi di gestione dell'impianto una soluzione del genere potrebbe portare vantaggi anche in termini di facilità di installazione. Un datacenter del genere potrebbe essere pronto per l'uso in appena 90 giorni. Inoltre poiché metà della popolazione mondiale vive entro 200km dalla costa, un datacenter marino permetterebbe di avere accorciare la distanza fisica con gli utenti garantendo tempi di latenza ridotti ai minimi termini.
Visto il successo raggiunto, l'esperimento procederà andando a verificare la facilità di rimozione e smantellamento dei server una volta raggiunta la fine del periodo di vita. L'obiettivo, afferma Microsoft, è quello di garantire la piena eco-sostenibilità del progetto.
Grazie per aver letto questo articolo della rubrica Input/Output. Ad ogni input, tipicamente, corrisponde un output. E solo esponendosi ad input diversi si possono tirare fuori idee non convenzionali. Proprio per questo ogni martedì prendo in input una curiosità legata al mondo tecnologico per ragionare su nuove idee da tirare fuori in output.